beata domenica (torta di mele integrale)

di pioggia e neve, perfetta per rinchiudersi in casa, accendere il forno, tortamelare e finalmente rassegnarsi a stirare. un mucchietto di panni che diventa una cima in un nanomomento. fatto di camicia, una, di copripiumoni, due, di federe, sei e di tutto quello che non posso fare a meno di passare col ferro. tentazione forte per certi figuri parlamentari che ultimamente hanno la telefonata facile. ma.

beata fastweb che interrompe le connessioni casalinghe e ci isola come solo la neve del 1985;  beato il marito, appena svegliato e pigiamato, che si annoia, povero! e prende la chitarra e si siede per terra e si mette a suonare per una mogliedaunavita che stira divertita, canticchiando canzoni trite e bellissime, guardando fuori il mondo grigio e il mondo blu, facendo pieghe false su pantaloni veri. beata me. che non mi serve altro in una domenica 30 gennaio. venuta dopo un sabato 29 che mi ha portato a fare un giro al mare il quale, per una volta, era meno interessante della persona che andavo a incontrare. che anche questo è motivo per sentirsi beata. perchè mi è capitata.

una domenica così.

un kg di mele varie. 180 gr di farina integrale, un bicchiere di latte, un uovo, un pugno di uvette ammollate nel gin (da finire), mezza bustina di lievito paneangeli, cannella un tot. una macinata di chiodi di garofano. 100 di zucchero di canna e un cucchiaio di miele. la buccia di un limone e il limone spremuto. ho preso la teglia dove avevo cotto le mele e nel fondo aveva uno strato solido di gelatina gustosa, ho versato il composto preparato con il frullatore, prima tutti gli ingredienti liquidi e poi quelli secchi, messo tutto sulle mele a pezzettoni cosparse di limone e in forno per un’ora a 200°

forse ne è rimasto un angolo da fotografare. dopo. dopo lo faccio.

e poi ho pensato: beata la chitarra. che voglio vedere un pianista spostare il piano e artistare nella camera dell’armadio, o innamorarsi di un ragazzo incontrato in stazione, con gli occhi azzurri e il suo pianoforte in spalla. o trovarsi tutti insieme, sulla spiaggia, porta la batteria che cantiamo qualcosa.

beatitudine, casalinga, ma-rito, mele, torta, vita

Commenti (14)

  • …. competere con un mare gelido non è poi così difficile!
    ho fatto un copiaincolla della ricetta per farla subito, che la teglia mezza svuotata dalle mele cotte ce l’avrei anch’io ma…e il lievito?
    si fa senza come quelli di faenza?
    dammi lumi che vorrei chiudere in dolcezza un freddo e grigio lunedì.
    ciao

    • …trullita sono! mezza bustina avanzata dai pancheics, ma anche mezza bustina che ne avanza una mezza può andar bene!
      e non ho neanche cantato lunanonfarlastupidastasera!

  • Hei bella bella, ciao 🙂
    Mi fa proprio piacere trovarti in tenuta migliore rispetto al precedente post.
    Beata la chitarra, sì, ma beata anche la voce. Chè basta sentire due parole, anche ridicole o così, dal nulla, per innamorarsene.
    Buonanotte,

    wenny

  • E ci avrei giurato che “sí” eri tu!
    E col passare dei giorni ho anche capito perché snobbi il mio cappuccino col cornetto sfogliato…volevo mandartene anche una versione al cioccolato ma ho desistito dopo aver fatto il conto dei litri di acqua calda e “sbiruline” varie che ti sei ingollata negli ultimi 4 posts.
    ;-PPPPP
    Vorrei abbracciarti, ma non posso, sono tutta dura. Io sono figlia del Forvey, che è un parente sretto del Froben. Una volta eravamo figli delle stelle…
    smuack smuack

    • son io! sì. e “son tutta dura” scusami ma mi fa sorridere tanto. il cappuccino lo berrei anche adesso, mettendoci il cornino. con le ossa maciullate faremo nasinasi canny!

  • Oh, che bello. Io stiravo in mezzo alla neve e alla nebbia insieme (cioè, un momento, loro erano fuori e io dentro) e il maritino mi accompagnava col dolce suo russare, ma dall’altra camera, dove al posto dell’armadio adesso c’è un piano, e tutta la roba dell'(ex)armadio vaga qui e là per la casa, dall’altra camera un giovine artista strimpellava dolcemente, mentre sognava l’hard rock and heavy metal…

    • immaginarsi sullo stesso piano, pensa, concerto per piano, chitarra, ferri da stiro e sviso di russata heavy! i panni che vagano fantasmi da una camera all’altra fanno tenerezza.

  • Già .. davvero … beata la chitarra, avrei tanto voluto impare a suonarla, ma non è successo 🙂
    Che post bellisismo … complimenti!!!
    Una bellissima domenica, mi è sembrato di sentire tuo marito suonare 🙂
    Abbiamo tante ricette in comune … sarà la terra che ci unisce 😀
    E’ stato un piacere scoprirti .. ciao vicina 🙂
    Maè

  • leggendo alla veloce avevo letto “finalmente rilassarsi e stirare” ho pensato signur vedi cha la cervicale è degenerata è impazzita! poi ho riletto.
    ma hai messo la l’impasto nella teglia con il “crostone” caramelloso delle mele?

    • sì sì. crostone caramelloso sotto e impasto meloso sopra. infornato e già finito. oggi la rifo. anzi no, stasera faccio le mele cotte, domani la torta di mele. e…impazzita…spesso. 😉

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