a voj la boca a zriza

…rossa, pìna, dolza…

…a m’ pìrd in tì su òcc celest, la boca cùlor dn’à zriza,

voglio la bocca a ciliegia, rossa, piena, dolce – mi perdo nei suoi occhi celesti, la bocca color di una ciliegia

e da voi come si dice ciliegia?

da me si dice tante, mai abbastanza, comprate ai banchetti direttamente sulle strade, sgranfignate dai rami degli alberi abbandonati, raccolte salendo sugli alberi nel giorno che, accidenti, non erano ancora mature…oppure acquistate al mercatino contadino dal bio amico e signora detta anche la mora di biovernelli

della ciliegia non si butta nulla

ricca di flavonoidi utili contro i radicali liberi, indicata nella cura di artriti, arteriosclerosi, disturbi renali e gotta, contiene buone quantità di fibre, potassio, calcio, fosforo e vitamine A e vitamina C.

Il frutto fresco, consumato a digiuno (25 ciliegie al giorno e acqua a volontà), serve a depurare e a disintossicare l’organismo, in caso di stipsi e contro lo stress grazie all’equilibrio tra acidi e sali minerali;  l’acido malico favorisce la digestione degli zuccheri e l’attività del fegato. La sua polpa è  rivitalizzante della pelle del viso e si può usare come maschera (mai)  o seguendo per un periodo la cura delle ciliegie nell’alimentazione (ecco questo sì)
La corteccia del ciliegio è usata per le sue proprietà febbrifughe e antigotta; e i peduncoli dei frutti vengono usati come decotto contro l’artrite, i calcoli e la cistite.

con i peduncoli si prepara l’ infuso: 30 peduncoli di frutti poco maturi, un pentolino d’acqua, far bollire 5′, lasciar raffreddare 15′ e assistere alla trasformazione del colore dell’acqua.

infuso

 

con i noccioli si prepara il liquore e poi il cuscino per la cervicale

per il liquore:  i noccioli di un chilo di ciliege o di amarene, mezzo litro di alcool a 95°, 500 ml di acqua, 400 grammi di zucchero

mettere i noccioli a macerare con l’alcol in un barattolo di vetro chiuso per 30 giorni al buio. e quando vi viene in mente scuotelo (dasji una sciaguaiéda). trascorso il tempo, preparare lo sciroppo di zucchero, lasciar raffreddare e unirlo all’alcol che avrete filtrato con una garza. a questo punto lasciate essicare i noccioli alcolizzati al sole per farne cuscino e

noccioli
noccioli in attesa di essere peso sufficiente per essere liquorati

con il frutto molto maturo la composta: un kg di ciliegie molto mature snocciolate a mano, 350 gr di zucchero, metodo ferber rivisitato (ciliegie e zucchero 24 ore in frigorifero, tolte dal frigorifero ciliegie e sciroppo messo sul fuoco dolce, fatto bollire e spento, poi ho ripetuto 2 volte, aggiunto mezzo limone spremuto, invasato bollente, capovolti i due vasetti ottenuti

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e con un pochino di fortuna il resto ce lo mangiamo a cestino

foto ciliegia

e quanto è bella la parola cerasa? basta leggerla per sentire la passione…

‘A cerasa è ‘o frutto do ceraso Frutto quase tonno comme na palla, granne generalmente ‘a 2 a 5 centimetre ‘e diametro, ‘e culore assume varie ténte ‘e russo e a seconna da varietà, e ‘n parte cierte ngnocche janche. Cuntene nu solo semmena pe frutto. Cierte varietà scegliute songo crassificate comme duroni pe ‘a grannezza lloro.

 

 

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Commenti (5)

  • Ma da quanto scrivi in napoletano? 🙂 Con i noccioli delle amarene, io li rompo e mescolo l’anima alla conserva: trucco dell’artusi che accentua l’amaro. 🙂
    /sono teresa, non quella belva di sua figlia. 🙂

    • mi fai ridere tu che accedi con il nome di tua figlia e poi la disconosci.
      lo sai che avevo letto dell’anima del nocciolo? con le prossime duroncine che mi ha promesso il biovernelli ci provo. a me la punta d’amaro piace sempre. ps non è farina del mio sacco il napoletano, purtroppo!

  • E’ che mi sono scordata la mia pass di wordpress… .)) Se ci pensi, l’amarena fabbri sa di mandorla amara, sia pur sintetica. Ecco, macinandola fine, il punto di arrivo quello dovrebbe essere. La prossima settimana, faccio le amarene sciroppate alla mandorla amara…:))

  • tu mi leggi nel pensiero!
    ho appena divorato le ultime “creg” raccolto nell’orto e ho messo da parte i noccioli per il cuscino. non lo so fare, avrei cercato informazioni per provarci ma non credevo che invece, sarebbero state le informazioni a venire da me! tu sei un genio.
    letteralmente.
    e come infili le parole tu nessun altro, ma questo lo sappiamo tutti ormai.

    la parola cerasa mi riporta al 15 maggio di tanti anni fa, ad una serata bellissima. quella Cerasa non si mangiava, ci si mangiava dentro.
    “guardare avanti” deve diventare il mio motto.
    difficile: io, davanti non vedo niente. chissà che continuare a mangiar ciliegie non mi si illumini il cammino.
    ciao!

  • Preciso. Io dico zrisa.
    Le adoro e ne ho coltivate tante, quando ero moglie da una vita…
    Sai che ho scoperto che lo sono ancora?
    Molie da una vita è una condizione d’essere. Si nasce così e non si può cambiare.
    Baci.

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