kinder vuol dire bambini

Una domenica di quasi fine ottobre, di quasi ancora estate, di me ne frego e vado al mare. e il vagone bici è tutto mio e le stazioni mi passano davanti agli occhi e quando il capotreno annuncia savignano, decido che me la faccio a pedali la strada che resta.
e passare dal centro commerciale è così facile , come quando ci trasferivamo per l’estate a riccione e la tappa fissa per la spesa era il romagna center.
entro sentendomi quasi in colpa per i minuti rubati al sole, ma cosa sarà mai una girella dolce presa al volo.

e poi vedo una piscina di palloncini, un babbo appeso, bambini che aspettano il turno e mi fermo a guardare.

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l’acchiappagiochi del lunapark è diventato gigante, la pinza è un genitore, il joystick lo muove il bambino.

IMG_1759idea fantastica Kinder #giochiamoinsieme. che cosa vuoi? il pallone papà! e su e giù,avanti e indietro il genitore manovrato dal figlio conquista il premio. eroe per un gioco. un vero kindergarten.
e sento la madre dietro di me insistere col marito, dai fallo anche tu! e il bimbo sorride, dai papà giochiamo? mi volto li guardo, sorridiamo. è la volta di una mamma e di una bimba che muove e, se avessi la faccia tosta di chiedere un bambino in prestito, salirei io e proverei a prendere la bicicletta che pare una barretta kinder e per questo bellissima! sono convinta che allo sparso sarebbe piaciuta moltissimo, almeno quanto gli ovetti che mangiava per farmi collezionare ippopotami. e ancora babbo che ci prova e la fila che cresce, posso farti una foto?
il mio bambino è troppo grande per questo gioco, ma a me piace tanto!

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quanto ho giocato con lo sparso? è stato lui che mi ha dato il via per imparare a nuotare, sciare, lanciarmi sul brucomela, scendere dalle montagne russe, fare le piste e giocare a bilie e i fortini per i soldatini sulla spiaggia. e sparare dagli aeroplanini dei baracconi e restare ultimi in cima, abbiamo vinto mamma!
facevamo insieme, io e lui, tutti i giochi all’aperto e in movimento, quelli dove serviva l’adulto e quelli che costavano fatica. faceva con pà tutti i videogiochi e le sfide alle consolle.

giocare con lo sparso è servito a me, per ritrovare una parte di infanzia che non avevo vissuto, è servito a me per sentirmi più forte e più eroe ai suoi occhi e, quando vedo la madre di prima salire sulla pedana e farsi imbragare, mentre il marito tiene il passeggino  e il bimbo sale al posto di manovra…rido e penso, caro tu, non sai cosa ti perdi!

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Volete vedere come si diventa eroiperungioco?

e com’è finita la mia domenica di fineottobre?

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