che cavolo vuoi?
io sono in periodo verza e cappuccio. e la parola cavolo ultimamente è fra le più selezionate nel mio personalissimo dizionario. non mi dispiaccion le persone che mi chiedono, che mi interrogano e che dopo la domanda sono disposte ad ascoltare la risposta. quello che però succede sempre più spesso è che viene posta una domanda, subito lo sguardo si perde vacuo e senza aspettare risposta l’intervistatore si lancia in monologhi su come la pensa, su com’è e su come si deve. sono sempre stata una brava ad ascoltare. proprio perchè interessata al mondo interno altrui, perchè curiosa e perchè spugna. ma la maleducazione e la mancanza palese di interesse e scambio mi disturba. finisce che riesco a finire un discorso solo se lo scrivo e che cavolo… con il cappuccio mi sono fatta diverse insalate a crudo con arance e senape. con la verza mi sono fatta la zuppa di cui ho letto in un libro di sagre la “zupa d pain e coj” tipica di montalto dora. bel modo di utilizzare il pane raffermo (a me non ne avanza mai, son costretta a comprarlo secco) e i formaggi dimenticati in frigorifero. non è indispensabile che siano quelli rinsecchiti nell’ultimo cassetto in basso, vanno bene anche quelli comprati appositamente, meglio se filanti e destinati a fondersi con brodo bollente e verza scottata.
intanto che mi preparavo a formare gnocchi da patate avvizzite (dev’esserci un processo di invecchiamento veloce in casa…spetta che mi guardo allo specchio…ahhhuuhh che orrore) ho sbollentato in un tegame con acqua e sale 5 foglie di verza a cui ho tolto la costa più dura. le ho scolate poi ho preso una terrina e l’ho rivestita con due foglie, messo pane spezzettato, un pugno di formaggi misti ammollati nel latte, un’altra foglia di verza, ancora pane, ancora formaggio e infine brodo a coprire. ultima foglia di verza e poi forno a 200° per almeno 30′. la ricetta originale dice di mettere per lungo tempo la ciotola al fuoco del camino. ma oggi avevo il forno acceso in attesa di sfornare pane…
Cobrizoperla
queste tegliette fatte al forno, d’inverno mi fanno morire… ;-))
ma lo sai che dopo aver parlato con te di fuoco e camino sto facendo di tutto per inserirlo in cantiere? ;-))
ti abbraccio e ti auguro una serata filante, cara
titona
fai benissimo Roberta. non c’è niente di più coccoloso del camino acceso. della pietra e del legno. un abbraccio di calore. e un sonnifero naturale…ti farò vedere una foto…un giorno…
un abbraccio anche a te. e buon week!
Cobrizoperla
ma io l’ho già intravista, dietro quel pacco scartato… 😉
sai che abbiamo rinunciato alla conferenza? abbiamo aperto una bottiglia di rosso a cena… e non siamo più stati in gradi di uscire a -6°! ;-DD
silvia
-6? che bello però l’inverno così freddo. divento anch’io asociale e mi rinchiudo.
cin!
Virò
Bellissima zuppa: te la copio perchè con queste temperature è proprio l’ideale…
Da quando Sigrid ha scritto Il libro del cavolo, quest’ortaggio è diventato di moda!
titona
io lo amo dalla gravidanza. zucchine, cavoli e finocchi che non mi ero mai piaciuti …sono diventati i miei ortaggi preferiti…e ne sono golosa! le zuppe poi…il termometro segna -8 ma non ti nascondo che mi piace…ps ho terminato la zia marchesa della Agnello hornby. fatica iniziale ma …bello bello…
Virò
La zia marchesa? Com’è? Non ho mai letto niente della Agnello…
titona
difficile da leggere per la quantità di parole siciliane e perchè obiettivamente il carattere del libro della biblio era veramente piccolo. ora mi cercerò anche la mennulara. e poi su google ho trovato un’intervista che le è stata fatta da camilleri…mi è proprio piaciuta!