il coniglio aveva fegato (in crostino)
e ci ho fatto un crostino. per il solito meccanismo che mi porta a utilizzare tutti gli avanzi e le parti edibili e non. e mentre me lo mangio mi chiedo se il fegato trattato a patè possa influire sul mal di testa che ieri mi ha buttata sul letto come una giacca smessa. (cit) e non voglio andare a cercare su web perchè mi toglierebbe il gusto di un crostino simil toscano che sarà il mio pranzo di oggi. con la metà a letto e lo sparso pure. e io ho bisogno di questo crostino a cui aggrapparmi. insieme a striscioline di finocchio crudo e taralli piccanti. e poi una mela da cuocere in un pentolino con chiodo di garofano e cannella, un pugno di uva passa e cercare di riuscire a mangiarla senza bruciarmi la lingua.
fegato per crostini
levate e lavate il fegato e le interiora sparse del coniglio. 4/5 foglioline di salvia, due scalogni, un piccolo spicchio di aglio. sale, olio evo.
in una padellina antiaderente ho messo le interiora a soffriggere con il coperchio. la poca acqua che hanno buttato, l’ho buttata. poi ho unito salvia, scalogno tritato grossolanamente e aglio schiacciato. ho salato, sfumato con pochissimo vino rosso e fatto asciugare. poi ho frullato tutto insieme aggiungendo poco olio evo a filo. ho tostato un paio di fettine di baguette di un paio di giorni e gustato con il vino rimasto nel bicchiere. poi ne ho preparati ancora due. ho aspettato che lo sparso si alzasse e gli ho imposto la foto di rito. che sicuramente è meglio di quanto possa fare io.
mele nella ciotola
due mele: una fuji e una pink lady. a una ho tolto la buccia che era bruttina. a una l’ho lasciata che era bella rossa e soda. tagliate a pezzetti. messe in un pentolino. cosparse di cannella, una macinata di chiodi di garofano, un pugnetto di uvetta sultanina, zeste di limone più una spruzzata del medesimo. acceso il fornello basso basso e messo il coperchio. dopo due minuti ho aggiunto un dito, poco poco, di acqua. ancora un minuto. saggiato la consistenza. spento e lasciato intiepidire.
ps: ho leccato anche la ciotola. si può dire?
pps: sto scrivendo del coniglio, della trappista e del fatto che avesse fegato…
coniglio, crostini, fegato, mele cotte, mio figlio, spizzichi
Virò
Perfetto: in bramosa attesa del racconto mi concentro sul patè che mi ispira proprio…
Le pochissime volte che l’ho preparato, la ricetta che ho seguito era rivolta ai non amanti del sapore forte del fegato e quindi, pur ricalcando la tua, prevedeva l’aggiunta di due acciughine (e sì, hai capito bene!) nel frullatore e l’incorporazione di una bella dose di burro montato al composto frullato.
Il sapore finale è sicuramente meno verace rispetto al tuo ma almeno piace anche alla mia metà che altrimenti avrebbe optato per un menu alternativo…
titona
io ho proprio improvvisato Virò, non volevo mettere altri grassi e avevo voglia del crostino. qui il fegato si sente però con lo scalogno e con la salvia si stempera molto…io poi ho passato aglio anche sul pane …non è la ricetta doc. è la ricetta “poc”
Virò
Poc?
Nel senso di un Po’ a OCchio?
titona
esatto e anche poc di tut!
sono tornata ora da milano e ho trovato tutto cambiato. lo sparso voleva farmi una sorpresa e ha cambiato le cose qui.
Graziella
Certo che si può leccare la ciotola, anzi, si deve!!!
titona
ah sicuro che lo faccio! io poi sono una cacciatrice di briciole!
Virò
Cambiato cosa?
La disposizione dei mobili? L’arredamento? La testa?…
silvia
l’aspetto del blog! tu non lo trovi diverso?…ops
Virò
Sì ma pensavo fossero modifiche tue…
E bravo lo sparso memorino…
titona
io non sono sicura di esser pronta a cambiare. questi miei appunti sono appunto solo questo, senza pretese di apparizione. ci sono blog splendidi per immagini e contenuti. io sono…e non sono…