con la bava alla bocca (tagliolini in brodo)

resto sospesa da certi racconti e dal modo di raccontare. sospesa fra i suoi e i miei ricordi, che l’infanzia coi nonni ci rende simili e di zioni (z aspra) e di russate notturne son altre storie ma ugualmente nostre. e allora capita di incontrare un piatto che è sempre stato parte di te e della tavola di casa, ma di non averlo mai più fatto. e il solo vederlo ti mette quella golosità urgente che lo mangeresti ora, di primo mattino o a notte inoltrata. e allora ti arrendi e nella prima domenica di brodo, preparato per riempire la settimana, per scaldare la cucina e profumare di festa, impasti due uova farina e tiri la pasta al matterello. per fare i tagliolini di nonna memoria che un amico di tasti ti ha riportato a casa.

due uova di media grandezza, due etti di farina 00, impastare e far riposare mezz’ora coperta da una ciotola. prendere il tagliere e il matterello e, senza togliersi la vestaglia, cominciare a sculettare.

cominciare a bacchettare l’impasto per assottigliare anchei bordi, ma lasciare un certo spessore, che  anche i denti devono sentire l’impasto

quella che si vede sulla sfoglia si chiama “rogna” e nessuna zdaura che si rispetti può sopportare di fare una figura così, quindi io non mi rispetto. e la prossima volta eviterò di pulire i vetri e di far passare più di mezzo’ora tra la tazza e il matterello. non mi consola che il gusto non ne abbia sofferto. se tiro la sfoglia dev’essere tonda e setosa.

li butto nel brodo bollente a “manàza” dopo averli tagliati a coltello e li impiatto appena salgono a bollore, con una generosa dose di parmigiano

lo sparso sta imparando fotografare. brontola ma esegue. diversamente a tavola però. devi mangiarli con cucchiaio e forchetta. gira la forchetta sul cucchiaio e via…non così che ti viene…una cosa da alien…la bava alla bocca

pasta fatta in casa, primi piatti, tagliolini

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