pedalando verso su

vorrei che i miei occhi potessero fotografare l’attimo e trasferirlo su carta nel momento in cui una situazione mi colpisce. solo così potrei raccontare una domenica passata a pedalare da una collina all’altra. strada morbida, salita lenta, partita col sole e temperatura dolce più immaginata che reale. con il ricordo del sapore di un certo formaggio, di una frittella di mela. il freddo l’ho sentito subito. nel naso e nelle gambe che non mi sono ancora rassegnata a coprire. ho pedalato seguendo l’indicazione firenze 102, passando terradelsole, dovadola, roccasancasciano e finalmente portico. ho mangiato un tortello alla lastra, ripieno zucca e patate, ho assaggiato caldarroste e miele di castagno, caldarroste e miele di ginestra, ma ho comprato miele di acacia che è sempre il mio preferito. un chilo sulle spalle, due col formaggio che non potevo lasciare ad aspettarmi un altro anno. ho fatto un giro veloce e scoperto che anche quest’anno niente frittelle, (politici non capite come al solito una cippalippa), che le signore non potevano far banchetti fuori casa. ho scoperto la meraviglia dell’albergo diffuso, che non vedo l’ora di provare, ho visto mantelle di lana bellissime che tornerò a cercare. borse di pelle cucite a mano e un albero di nespole già mature. mi sono fermata a rocca e ho ritrovato la trattoria con le sfogline, quella che piaceva al babbo che per non lasciar nulla nei piatti si metteva in tasca gli avanzi, ci tornerò a mangiare?

ho visto sei ciabatte piene di piedi dondolare da una panchina, un cestino dei rifiuti colmo di tutto con nessuno intorno, una porta che invitava a entrare e scale da scendere. ho visto un chiosco con le bariste veloci a lavorare e un campo che sembrava pronto a far atterrare gli alieni. ho visto un cartello che piacerebbe alla lega e la partenza di un sentiero lungo lungo. ho visto manifesti che denunciano miserie e solitutini reali, ho visto un cacciatore col fucile in spalla

e poi ho visto un filare di meli con tanti frutti a terra. mi sono fermata, ne ho preso uno e l’ho mangiato. pensando che pedalare in mezzo a filari di meli e kiwi per 95 km in una domenica d’autunno è una fortuna per chi se lo può permettere.

le mie ricette

Commenti (14)

      • si ma anche tu. ad es da dove attingi tutta quell’energia, ho bisogno di essere contagiata, parliamone! ma in questa piazzetta virtuale come ci si mette in contatto? che io non son pratica! intanto, grazie allo schiaffo morale della tua domenica a pedali (io ho camminato 2 ore e mi vedevo già alle olimpiadi 2012!), stasera darò un calcio al malumore e mi ripresenterò in palestra e poi mi studierò un programmino serio di moto quotidiano (compreso quello che interessa le mandibole). poi passerò al cervello (se lo ritrovo). ora saluto e vado

  • Le prime parole del tuo post le sento particolarmente mie, e mi dispiace non essere venuta a Portico, altrimenti sai che risate!?
    Ti mando un abbraccio e mi vado a informare sull’albergo diffuso!

    • elga ti ho pensata assai! e io non sono riuscita ad andare a ravenna alla notte d’oro che ci tenevo tanto! portico merita, anche se, nella formula di due anni fa, preferivo mangiare dai banchetti delle padrone di casa con le loro specialità…

  • …sulla resistenza in bici non garantirei, ma sulla resistenza alla meraviglia del paesaggio toscano che non mi stanca mai mai mai ci posso contare,,Bellissimo post, bellissimo leggerlo a 13.000 km di distanza. Ciao, Simonetta

    • simonetta! 13.000 non ce la posso fare 🙂 le colline che vanno dalla romagna alla toscana sono magiche su tutti passi. e la gente dei paesi arroccati hanno una semplicità che noi abbiamo perduto. bello che almeno si possa ritrovare sul web il piacere di leggerci e scopririci.

  • esistesse il teletrasporto potremmo procurarci un tandem e girare insieme sia qui che lì. Immaginavo che fosse una bella giornata, ora vedo anche le immagini, soprattutto dei piedi amici.
    Un bacio

    • alex davvero! il teletrasporto. ma lo faremo. in tandem con le ciabatte o con le scarpe basse. sognando i tacchi. io sto davanti che se stai davanti tu non vedo niente!

  • te prima di tutto fa un corso accelerato dallo sparso e metti le foto più grandi che poi i cieco e ti mando il conto.
    si faccio la ruvida sennò mi spargo anche io su quelle colline che poi diciamolo non ci avrei neanche il fiato ma se ti seguo mi passa e macino.
    agli inizi, leggendo, ho pensato all’oste.
    chissà perchè.
    mi spieghi il tortello alla piastra?

    • ma la carta vetrata fa miracoli! ero in bici. le foto sono telefotate. che solo quello avevo. lo so che lo so che son da pugno in un occhio e le ho messe piccole ma se clicchi si “sgrandano”
      allora, il tortello alla lastra, come dice il mio amico fiore è il mangiare povero delle colline di tredozio, modigliana, portico. trattasi di: impasto di acqua e farina, tirato e farcito con zucca e patate sale e pepe. credo.
      però il 20 di ottobre fiore sarà mio ostaggio fino a quando non avrà ceduto la ricetta di famiglia. che io il tortello l’ho mangiato ma mai preparato. potrebbe sembrare un cassone, lo chiamano anche gussone ma diverso è. cibo da strada sempre.
      ps facciamo un tandem a tre. con carriolina per le 4 sbarbe. e partiamo.

  • Oh, insomma, all’inizio viene un po’ di invidia. Poi pare di esserci, in quei posti, e si cerca subito l’Albergo Diffuso, e si sale e si scende, e alla fine sembra di averli fatti da qui, tutti quei chilometri.
    Ché così adesso mi tocca riposare tutto il pomeriggio per riprendermi.
    Meno male che leggo qui, e mi riposo meglio 🙂

    • senti tu, tu che c’hai l’armadio diffuso come il mio e mi hai fatto passare una mattina di risate. potrò portarti un pochino a spasso? intanto che aspetti l’idraulico…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.